martedì 25 giugno 2013

Una vita normale

E che sognare una vita normale è una cosa che non posso.
Che sono a Roma da un mese esatto e non ho mai passato una sera da sola. Non perché abbia una vita mondana. Anzi. Ho avuto sempre prove la sera. Che era una tortura perché iniziavano alle sette e finivano alle undici, a mezzanotte. E per cenare è stato sempre un casino. Che alle sei uscivo e compravo un pezzo di pizza o una pasta fredda con le posate di plastica. E cenare per un mese così è una cosa che nuove gravemente alla salute. E mai una verdura vera. Viva. Tipo un limone senza pesticidi. Per dire. Che poi magari mangiavo in camerino da sola, che tristezza, ma non ero mai sola, che con uno spinacio tra i denti poi dovevo ricominciare le prove e cantare sputando pezzi di olive e mais a destra e a manca. Per dire.
Domani mi taglierò i capelli un centimetro, mi farò tatuare farfalle e conigli. E dipingerò le unghie blu, smetterò di lavarmi e biascicherò biggebabbol giallo fosforescenti.
Che io una vita normale. No. Me la sogno.

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